Sono studenti, lavoratori, professionisti, i figli del sud dimenticati dalla terra in cui sono nati e a cui, ora come non mai, desiderano ricongiungersi. Terra, come cita Roberta Giordano, in “Sicilia Terra mia”, “vissuta e abbandonata da chi, con la valigia in mano ed una lacrima sul volto è andato via, lontano”.  Ma le contraddizioni sono tante, i dubbi di più, la trasparenza poca. Poche risposte, poche certezze sul come poter rientrare presso il proprio domicilio e residenza. Poiché, seppure ne abbiano pieno diritto, la fattibilità ne resta un miraggio. Una chimera che di mitologico ha ben poco.

Pochi, nulli, i mezzi per raggiungere il sud Italia e chi, tra i fortunati, riesce ad accaparrarsi gli scarsi biglietti aerei, marittimi, ferroviari, a prezzi ingenti, non ha che sperare che gli stessi non vengano cancellati senza alcun preavviso. In balia delle antinomie tra disposizioni regionali e nazionali, ci si trova ad anelare un rientro che stenta a concretizzarsi.

C’è chi ha prenotato il traghetto da Livorno e, dopo ore di viaggio in auto, taxi, si trova a dover affrontare la disperazione e le complicazioni derivate da un biglietto cancellato poiché della nave nessuna traccia. La cancellazione avviene a voce, nessuna comunicazione scritta, nessuna trasparenza, ciò che rimane sono i tanti passeggeri lasciati a terra, alcuni dei quali senza mezzi o risorse economiche sufficienti con cui poter fare nuovamente rientro al nord, da cui provenivano. I prezzi aerei sono esorbitanti, le ore in macchina per raggiungere Villa San Giovanni gravose, stancanti. Le pratiche burocratiche esasperanti.

Ma oltre il danno anche la beffa, secondo il Dpcm di Conte dal 3 giugno l’Italia aprirà le frontiere in Europa ma chi avrà fatto rientro anche un solo giorno prima dovrà, comunque, restare in quarantena per 14 giorni. È ciò che a stento si riesce a capire dalle “esaustive” risposte della regione siciliana. E nello scontro tra regioni e presidente del Consiglio chi ne risulta ferito rimane il lavoratore, lo studente, chi ha perso tutto, e non ha ancora ricevuto nessuno degli aiuti cotanto proferiti.

E non stiamo parlando del lavoro, non si è perso soltanto il lavoro, si è persa la dignità, la speranza, la decenza, la vita, non solo quella distrutta dal coronavirus perché questa terribile pandemia non è stata l’unica ad uccidere. Ha ucciso la disperazione, la solitudine, la difficoltà, l’assenza di socialità di chi è rimasto mesi e mesi chiuso in casa in solitudine e si trova a continuare a farlo, lontano dalla propria famiglia, ha ucciso la falsa speranza che dopo tante difficoltà il peggio era passato, ha ucciso la sensazione d’abbandono, da parte di una terra amata e che, nonostante tutto, come nelle più intense e complicate storie d’amore, si continua a desiderare, sperando che, prima o poi, il miraggio si trasformi in realtà.

Dott.ssa Rossella Occhipinti

Interprete e Traduttrice – Camera di Commercio di Trapani

Docente di lingua Inglese e Francese

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